Goood Morning San Remoooo - Puntata IV
a cura di Lovely Rita
È arrivato
il momento.
Sinora ho
giocato, ho cincischiato, mi sono sollazzata con gli occhialoni e i piccioni e
i birignao. Adesso si fa sul serio. In fondo qualcuno deve pur sporcarsi le
mani, e chi meglio della corrispondente dal fronte?
Merda
impastata a tavolino, merda televisiva, mostruoso aborto del neurone sfiancato
condiviso da tre (e dico tre) giuovini virgulti della musica italiana
poppettara "io c'ho la voce e canto i sentimenti ma siccome sono bravo/a
ed eclettico/a so pure ballare fare ciao con la manina ed allacciarmi le
scarpe". Il segreto è svelato, sto parlando del tridente Pierdavide
Carone, Alessandra Amoroso e Valerio Scanu°, tre sfigati bruttini e
ignorantelli lanciati nel firmamento in fondo al buco del cesso della
musica da Maria Pigmalionedeipoveri Defilippi e della loro inqualificabile
"Per tutte le volte che".
Mica doppie
punte!
Per tutte le volte che
mi dici basta e basta più non è
non corrisponde il flusso delle tue parole
al battito del cuore
Cominciamo
bene. Vi ho già detto che il mio è un lavoro di merda? Mi tocca riconoscere
subito all'insieme di zucche vuote che, immagino con fatica e perdendoci il
sonno, ha avuto il lampo di genio di mettere insieme quest'accozzaglia
inveterata di termini la capacità rara di costruire una strofa che non
significa un emerito stracazzo di niente. Proviamo a parafrasare?
A me viene:
ogni volta che mi dici basta ma non basta (che roba è? anche questi parlano in
codice?) le tue emissioni di voce sono dissonanti dalle tue pulsazioni
cardiache. Ci può stare (e anzi mi sembra in sé abbastanza normale), salvo che
adesso la diabolica trimurti mi ha messo addosso il desiderio di verificare
com'è che parla una che invece va in assonanza col battito del cuore. Qualcosa
tipo tutum tutum tutum? Come picchiare sul legno?
Per tutte le volte che
mi chiedi scusa e scusa più non è
Ariturna ,
prima basta ma non basta, ora scusa che non è scusa, ma scusa tu perché gli
domandi scusa se non vuoi che ti scusi? Non puoi più semplicemente dirgli la
verità -e cioè che è un asciugone?
ma trovi sempre il modo di farmi sembrare
il simbolo del male
A me
piacerebbe trovare il modo di inchiodare i tuoi arti a una croce e capovolgere
te e il supporto. Mi sembra che come simbolo del male sia un'immagine
abbastanza classica, aderente ai canoni canalecinquici della prima serata
defilippoide, gggiuovane e roccherrolle. Sepoffà?
Per tutte le volte che
è tua la colpa, forse non lo è
ma il dubbio basta a farmi ritrovare quella
voglia di gridare ma,
poi c'è una volta in cui scatta qualcosa
fuori e dentro di noi
(Tutum tutum tutum… lo
sentite anche voi? Nooo che non è il battito del cuore in assonanza! Sono i
corpi ormai rinsecchiti di Dante, di Petrarca, di Manzoni, Verga, Pirandello e
tutti i cruscanti gli angeli e i santi che si rivoltano all'unisono nei loro
sarcofagi).
Piccoli,
giovani virgulti che guazzate gioiosi negli escrementi musicali di cui vi siete
cibati e che avete espulso, teneri e innocenti saltimbanchi canterini, non è
che avete voglia di gridare perché avete mangiato una trappola per topi che vi
è scattata proprio lì ad altezza piloro? Non ve l'ha detto mamma Maria che non
fa bene mangiare i coltelli, i sottovasi e le trappole per topi?
e tutto il resto è piccolo
Come uno spillo impercettibile
Evitate
anche gli spilli, almeno nei pasti principali
Come se un giorno freddo in pieno inverno
nudi non avessimo poi tanto freddo
sono questi
due versi merda
perché
già, perché?
Noi coperti sotto il mare a far l'amore in
tutti
i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi
in tutto il mondo
Ve l'ho
lasciato così, integro e fulgido, il verso attorno al quale si sono dipanate,
nette e antitetiche, le posizioni di limnologi di ogni età ed estrazione e
nazionalità, e tifoserie anche: dal lago di Lesina al lago Balaton, dal lago
d'Aral al lago di Bolsena, tutti a chiedersi la stessa cosa: ma chemmminchia
significa? Che luoghi, che laghi? ma soprattutto: lo sanno, i fantastici tre,
che essere coperti sotto il mare significa stare sotto una colonna d'acqua che
farebbe loro implodere i polmoni (specie se, come sostengono, si trovano
intenti a ficcare come bestie in calore?). Dovessi azzardare un pronostico,
direi di no.
(e qui mi riferisco alle 14enni che si sdilinquiscono. Ma non vi sentite prese per il culo? Per niente per niente? ndr)
(e qui mi riferisco alle 14enni che si sdilinquiscono. Ma non vi sentite prese per il culo? Per niente per niente? ndr)
l'universo che ci insegue ma
ormai siamo irraggiungibili
Upperbacco,
attenzione! Qui i nostri si lanciano in una rivelazione senza precedenti: loro
corrono e l'universo li insegue. Dunque corrono fuori dall'universo, e dunque…
c'è altro fuori dall'universo! E possiamo dire con certezza, dalle prime
evidenze, che non si tratta di vita intelligente.
Per tutte le volte che
un pugno al muro nulla fa perché
questo dolore è dolce come il miele
confrontato con il male che noi ci facciamo
se così potente questo amore che ci
difendiamo con tutta la forza ma non basta quasi mai
tutum tutum
tutum…
(che lavoro
di merda)
Questa
strofa è un inno alla canzonetteria da quattro soldi che propaga (specie tra
brufolose adolescenti rincoglionite che non hanno mai visto il mondo la
fava) l'idea strampalata che l'amore è bello solo quando fa soffrire (cioè lui
ha una fava da 30 cm o, più semplicemente, appena apri bocca per dire bè ti
scende addosso una mazza chiodata). Nel caso specifico del nostro trio monnezza
lui tira pugni al muro (probabilmente per demolirlo: ma quanto costano i
muratori a Cinecittà?) ma non si fa male, uuuuu, anzi, una botta di vita,
addirittura il miele (guarda che è sangue, brutto deficiente!), e a un certo
punto il dolore sparisce e resta la fava, che punta a piantarsi dove non batte
il sole e, sfidando le resistenze della controparte che si difende con tutta la
forza, alla fine sfonda e vince.
Come se un giorno freddo in pieno inverno
nudi non avessimo poi tanto freddo perché
noi coperti sotto il mare a far l'amore in
tutti i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi in tutto il mondo
l'universo che ci si insegue ma
ormai siamo irraggiungibili...
controlcì
controlvì a sfumare
(tutum tutum
tutum tutum)
Beccatevi il
video, se ce la fate. Vi anticipo che è una caotica alternanza del faccino
imberbe ma barbuto (vedere per credere) del cantantino defilippico con una
coppia di sfigati che limonano su un letto che gira per la città. Ho solo una
parola per definirlo. Disgustoso.
sul blog non riesco a linkare la cacata originale: ciapatela qui
Se vi
fidate, vi suggerisco la più godibile esecuzione dei due amici di Maria (il
destro e il sinistro) che si guardano in tralice sul palco dell'Ariston
° per la precisione la canzonaccia è scritta da Pierdavide Carone e
abbaiata da Valerio Scanu. Per non farsi mancare niente, in qualche occasione
quest'ultimo l'ha ululata assieme ad Alessandra Amoroso.
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