domenica 24 giugno 2012

Arisa - La Notte


Se la gran parte dei canzonettari Italiani cercasse la collaborazione col SSN, questo blog sarebbe vuoto. Collaborare difficilmente si traduce in qualcosa di negativo.






Certo, esistono spiacevoli eccezioni, ma la filosofia del Filo Illogico non muta.




Oggi inauguriamo un'altra rubrica. A gestirla sarà Lovely Rita, che a dispetto dell'aggettivo che accompagna al suo nome, di lovely non c'ha un cazzo ed anzi, prevedo che le mazzulate più cattive gragnuoleranno dalla sua tastiera. D'altronde la Nostra vive in trincea: il valore aggiunto del suo contributo lo scoviamo in una sua autodefinizione


"io sono nazionalpopolare"


Lei è molto più esperta di me, in quanto a strazi canzonettieri. Godetevi il tesoro che ci porta in dote, e se vi sembra più inflessibile della signorina Rottenmeier, ricordatevi che lei corrisponde direttamente dal fronte.


Si aprano le danze di


Goood Morning San Remoooo - Puntata I

a cura di Lovely Rita



E' arrivato il momento di occuparci di quello che possiamo considerare il capolinea dell'interessante trasformazione di Rosalba Pippa (ai più nota con lo scalcagnato pseudonimo di Arisa): da occhialuta e malvestita imbranatella di campagna con perenne espressione del marziano che non ha la più pallida idea di dove cazzo è atterrato e la rima facile facile e la vocetta paracula, a pseudointellettuale in odore di poesia che ha smesso gli occhialoni da studentessa fuori corso di storia antica, ma ha mantenuto la stessa rimetta scontata e la stessa vocettina fastidiosamente gorgheggiante, garanzia di formidabili proventi dalle radiacce nazionalpopolari, ancora malvestita ma in modo più accurato.

La finta trasformazione da sfigata di periferia a intellettuale da salotto di X Factor si compie, appunto, nella parabolica nullità di questo pezzo, "La notte", che se non avessimo 3-4 minuti da perdere potremmo sintetizzare, senza nulla rimetterci, in sei parole: "Sono insonne perché mi ha mollata". Invece no, dobbiamo sorbirci (tutti insieme) questo lamentosissimo pipparozzo
(e da Rosalba Pippa che ti aspettavi? ndr).

Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare
perché mi porto un dolore che sale, che sale...

Carissima, se nella tua vita avessi studiato un pochino di fisica anziché far dono degli anni della tua adolescenza a frusti romanzetti di Delly, sapresti che è il mare ad essere blu come il cielo, tanto per cominciare. Detto ciò mi viene da chiedermi di che malattia potresti mai soffrire, chiusa dentro il tuo gonnone da insegnante di religioni rivelate, per non trarre giovamento da un raggio di sole? Da profana mi sento di escludere l'artrite e la carenza di vitamina D, però comunque ti suggerisco di sentire un medico affinché ti prescriva cure adeguate.

Si ferma sulle ginocchia che tremano, e so perché...

Ecco, in questo verso origina un fastidiosissimo espediente letterario (seh, seh) in virtù del quale nonostante gli sforzi e la rilettura di insieme risulta impossibile individuare il soggetto. Chi è che si ferma sulle ginocchia? Il dolore, suppongo. E le ginocchia tremano. Potrebbe quindi essere artrite? Sinovite? Va' da un medico, ti prego! Anche se sai perché le ginocchia tremano (perché è quello che sai, vero?)

E non arresta la corsa, lui non si vuole fermare,
perché è un dolore che sale, che sale e fa male...

Ecco, di nuovo. Chi è che non arresta la corsa? Hai provato a sventolare la bandiera a scacchi? Quella nera? Un semaforo rosso, una fila di barriere New Jersey? Il dolore sale, MIODDIO, fa male, mica come quei dolori che invece, uuuuu, sono una botta di vita!

(a me francamente sembra la descrizione del primo rapporto 'contronatura' intrattenuto con un Jamaicano. ndr)

Ora è allo stomaco, fegato, vomito, fingo ma c'è

Sto per telefonare a Dr House. Allora, il dolore è partito dai piedi (immagino: camminato troppo? pediluvio gelato? sei inciampata col mignolino nel comodino perché non avevi gli occhiali da demente?) poi ha fatto un pit stop alle ginocchia, non si è fermato neanche quando hai cosparso di chiodi il suo cammino, poi è arrivato allo stomaco ma toh, s'era dimenticato del fegato, indi ha fatto retromarcia e nel rinculo hai vomitato. Mi viene un dubbio: avrai mica esagerato con l'MDMA, furbacchiona?

(Jamaicano PARECCHIO dotato. ndr)

E quando arriva la notte
e resto sola con me
La testa parte e va in giro
in cerca dei suoi perché 

Uuuu, che impressione, ma tipo una cosa così?



Che spavento! E dove va, di grazia, questa testa pazzerella? A procurarsi altra droga? E' un linguaggio in codice? Ciao, sono la testa di Arisa, mi serve mezzo grammo di perché, ci vediamo al solito bar? Le mani però le ho lasciate a casa, dovrai prendere i soldi dai buchi del naso, va bene?

Né vincitori né vinti
si esce sconfitti a metà

Aaah, un bel pareggio, una X democristiana che spazza le colpe e divide i meriti. La droga era cattiva ma i soldi erano sporchi di muco; lui ti ha tradita perché tu non ti sei depilata la bigioira; piove governo ladro!

La vita può allontanarci,
l'amore continuerà...

Questo è il verso che sublima, nella sua sconcertante mancanza di senso e nel suo assoluto vuoto di legame col resto della canzone, la vuotezza enciclopedica e paracula della nostra beniamina. La vita può allontanarci? ma de che? Ma la vita di chi? Allontanarci da che? E soprattutto: perché? Per intenditori il verso successivo, che richiama il precedente successo (?!? - peraltro, sappiate che questa cagata è in lista. ndr) altrettanto paraculo nonché in odore di plagio della nostra regina dell'autoreferenzialità; ricordate? "Può scoppiare in un attimo il sole, Tutto quanto potrebbe finire Ma l'amore, ma l'amore no". Arì, 'spetta n'attimo che ora arriva la fascia dell'originalità.

Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare

Daje. Questa non è una canzone: è un'anamnesi. Ma quando arriva Dr House? Io da sola non riesco a spiegare questi sintomi (forse perché non sono espressi in italiano?), lo stomaco che resiste benché non voglia mangiare: uno stomaco che esprime volontà potrebbe essere la rivoluzione della metafisica, dove sei, Gregoryyyyy???

Ma c'è il dolore che sale, che sale e fa male...
Arriva al cuore lo vuole picchiare più forte di me

La notate, la puntuta negazione del tradizionale "sale sale e non fa male?" Questa sì che è una donna di carattere! La vedete, la stoica contrapposizione della ferrea volontà arisiana all'entropia del dolore che arriva al cuore e vuole pestarlo, come un metafisico Zidane che sfida la protervia di quel birichino di Materazzi?

Arisa, ti ammiro sul serio. Se fossi al tuo cospetto ti chiederei l'indirizzo email del tuo procacciatore di sostanze allucinogene.

Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta

Chi è che prosegue? Ah, il dolore, immagino. Si prende…  cosa? Perché, dopo questo delirio resta ancora qualcosa?

Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa

Ma la testa non era andata in giro in cerca dei suoi perché? è tornata? O si è lasciata beccare come una dilettante dal GPS dimenticato acceso?

Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c'è

Mi stai dicendo che è inutile arrivare alla fine della canzone, perché continueremo ad avvitarci intorno a domande non fatte e a cui tu, donzella intellettuale e postmoderna, non fornirai risposte?

E sale e scende dagli occhi
il sole adesso dov'è?

Da qui in poi è smarrito qualsiasi residuo di legame con la realtà fisica e si viaggia nel delirio psichedelico dell'ex occhialuta, talmente poco abituata alle lenti a contatto che le perde, salgono e scendono e non vede più neanche il sole. No Arisa, non fare così: l'hai detto prima che è notte, il sole non c'è. Stai tranquilla e aspetta domani, ok? che tornerà il sole e arriveranno anche i tuoi simpatici amichetti, portandoti in dono quella bellissima camicia bianca con le maniche lunghe lunghe, vuoi?

Mentre il dolore sul foglio è
seduto qui accanto a me

Devo ammettere che qui mi hai spiazzata, Arisetta mia. Non capisco chi è sul foglio, chi è seduto, soprattutto la testa è tornata o è ancora in giro a far bagordi? Ho chiesto aiuto al mio amico, quello che gli fai le domande e ti dà le risposte. Neanche lui ce l'ha fatta, guarda un po': 


Che le parole nell'aria
sono parole a metà

Si chiama eco, conosci? Ah, no, tu hai scaricato la fisica per metterti con Liala...

Ma queste sono già scritte

Verba volant, scripta manent. Arisa, se fossi in te lascerei perdere gli scritti e mi concentrerei sui verba, a tutela di chi ha la sventura di imbattersi nei tuoi testi in formato cartaceo…

e il tempo non passerà

Se hai messo su un tuo cd, ahimé, hai ragione: il tempo non passerà mai…

Ma quando arriva la notte, la notte
e resto sola con me
La testa parte e va in giro
in cerca dei suoi perchè
Né vincitori né vinti
si esce sconfitti a metà
La vita può allontanarci,
l'amore poi continuerà...

(controlcì controlvì ad libitum)

Dove andate? Non potete dedicarvi ad altro se prima non vi sparate il godibilissimo video in seppia, delicata accozzaglia di immagini paraculmente biNbeminkia (c'è pure la neve… allora è coca, Arisetta?)


(minchja NASCAZZA. ndr)

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