lunedì 6 agosto 2012

Rita Pavone - Datemi un martello

Rita Pavone - Datemi un martello


Veloce, fugace, secco e diretto. Siamo quasi alle ferie, il lavoro è tanto e le energie sono poche: ecco perché siamo spariti. Tranquilli, però. Vi lascio un pegno del rinnovato vigore che avremo a settembre analizzando un classico dell'Immondizia made in Italy.

Parliamo ovviamente di Rita Giamburrasca Pavone, antipaticissima ragazza della porta accanto dotata di vocino fastidioso e zeppo di birignao. L'elemento antipatifero (passatemela) è rappresentato dall'atteggiamento da mascalzoncella legalizzata che la nostra (anzi, la vostra) assume in gioventù. La Pavone a 17/18 anni (siamo appena usciti dagli anni beat) sembra una discola undicenne, una birbantella con 'Licenza di Marachella' conferita direttamente dal Babbo (Babbo, e non papà: più familistico). Una bricconcella underage che esce dai binari del rigore collegiale dietro consenso e bonaria concessione dell'autorità costituita. King marcia su Washington, e questa porta la gioiosa rivolta istituzionale dei bimbi vestiti da marinaretto entro le pieghe del gonnellone materno.

Vediamo come Rita Revolucion Pavone esprime il malessere di una fetta consistente di finti bimbi repressi


Datemi un martello. 

Un martello... Vabbèh...

Che cosa ne vuoi fare?

Le voci 'dietro' hanno la dignità di un coro greco (quasi)

Lo voglio dare in testa 

Mi piacerebbe pensare che questo linguaggio desueto (e credo lo fosse anche allora) sia una licenza poetica, ma invece temo che parlare un Italiano più demotico sarebbe stato troppo per il Babbo. Marachelle si, esagerazioni no

A chi non mi va, sì sì sì, 

Si si si! Ci sarebbe stato bene un 'cazzo', ma... Vedi sopra...

A quella smorfiosa


Negli anni sessanta, tra le pieghe del gonnellone materno, le zoccole si chiamavano così: smorfiose.

Con gli occhi dipinti 

Una esotica Semiramide, nzomma...


Che tutti quanti fan ballare
Lasciandomi a guardare

Se tu a 19 anni non fossi vestita da Gianburrasca, dimostrando quattro anni potresti magari ottenere qualche successo in più, non credi? Va bene che la rivoluzione della marachella non deroga neanche un millimetro alla gonna, ma è inutile che ti lamenti: non è colpa della Messalina in questione, ma di tuo padre.

Che rabbia mi fa
Che rabbia mi fa

Inquietante: ti fa rabbia e le sfasceresti la testa. A me la gente così fa una certa impressione.

Datemi un martello.
Che cosa ne vuoi fare?
Lo voglio dare in testa
A chi non mi va, eh eh eh

Abbiamo capito l'antifona. La rivoluzione istituzionale non è abbastanza per sfogare la repressa ggggioventù di Rita Scolaretto Pavone, e la povera impazzisce, divenendo la sociopatica preferita dai fan di Carosello


A tutte le coppie
Che stano appiccicate,
Che vogliono le luci spente
E le canzoni lente, 
Che noia mi dà, che noia mi dà 

Cioè, scusa. Ste smancerie ti danno noia, ma se la già menzionata Cleopatra de noartri  non esistesse ed i capelloni sexy facessero ballare anche te... Come dire... Ti starebbero bene eh? Adesso, io non voglio insinuare troppo, ma questa canzone la Pavinchia (Pavone della minchia, mica come la Mamma di Lovely Rita?) la canta a 17 anni mentre la successione dei versi sin qui esposta denota l'atteggiamento di una tredicenne se va bene. Sono due le cose: o nel 62 a diciassette anni giocavano ancora con le bambole, o sto pezzo mi puzza di 'confezione' per casalinghe di voghera


E datemi un martello.
Che cosa ne vuoi fare?
Per rompere il telefono
L'adopererò perché sì!

E qui la maestra di quinta elementare di Rita si becca i lucciconi. Sembra un tema di Italiano corretto dalla censura Fascista e pubblicato su "Progressi del piccolo balilla"

Tra pochi minuti
Mi chiamerà la mamma,
Il babbo ormai sta per tornare,
A casa devo andare, ufa,
Che voglia ne ho, no no no, che voglia ne ho 

In discoteca alle quattro del pomeriggio... Non nego che fosse plausibile nella Torino del 1962, ma che tristessen. Che poi dico io: i tuoi ti fanno andare in TV a seppellire la tua dignità, ma non ti fanno stare a ballare il ballo del mattone (sic!) fino alle sei di sera? Ben strani...

Un colpo sulla testa
A chi non è dei nostri

Eia eia la la la! Eliminazione fisica dell'opposizione. Sembra il braccio armato del regime dei ggggiovani, e sembra avere undici anni. Credo che Tarantino si sia ispirato a lei, per il personaggio di Gogo Yubari

E così la nostra festa
Più bella sarà.

Sai che bello: tu ed i tuoi amici in camicia nera e fez che ballate lo swing scivolando sul sangue delle vittime ammazzate a martellate sulla pista da ballo. Che bello. Si si

Saremo noi soli

E saremo tutti amici:

Qui la scolaretta ha sbroccato. Cambio veloce. dal Marinaretto alla Camicia di Forza. Bava alla bocca, sguardo assassino e nenie di Paul Anka sussurrate in isolamento

Faremo insieme i nostri balli
Il surf il hully gully
Che forza sarà...

Questa non la commento: m'ha scorato di tristezza...


Bene, come di consueto, beccatevi il video di questa purcheria stratosferica con tanto di "ciù ciù raaaa" e gorgheggi vari



2 commenti:

  1. Spiace dirlo eh...Ma hai fatto il Capitan ovvio!
    Questa canzone la trovo invece molto azzeccata per la cantante e ben delineata dal punto di vista linguistico e narrativo. E' funzionale a quello che una canzone deve fare: raccontare una storia. Questa canzone lo fa bene e con semplicità senza artifizi o arzigogolii mentali solo per per far sembrare sofisiticata una cosa semplice. Questa è semplice ed efficace.
    Antonio '65

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  2. Innanzitutto grazie per la critica che è sempre bene accetta. Provo a risponderti.

    Come avrai intuito questo blog non ha alcuna velleità in merito ad una eventuale critica accademica (o tecnica sotto qualsivoglia profilo). Il Filo Illogico è una reazione scanzonata, goliardica al mare di pattume sul quale naviga l'industria discografica italiana (e non solo purtroppo).

    Credo che da qui al giorno in cui ci stancheremo di riversare ettolitri d'acido sul paroliere di turno, sarà lecito aspettarsi dei 'tiri fuori bersaglio' o magari qualche vittima 'innocente'. Detto ciò non credo che questo sia il caso. Trovo davvero stupido questo testo, e ciò riporto. C'è però da dire che l'articolo di cui stiamo parlando è estremamente - credo mediamente più che gli altri - 'umorale' e non penso sia difficile cogliere il canovaccio sul quale è intessuto. Parlo per me, qui: io scrivo i pezzi utilizzando un registro che varia da canzone a canzone. Alcune volte sono più propenso ad una critica infantile, altre volte sono un po' più tecnico, altre volte gioco la parte dell'ascoltatore sconfortato. E' una questione di sfumature, ma se ci si presta attenzione la cosa non sfugge. In questo caso, come ti dicevo, credo sia chiaro che l'impostazione sia riassumibile nella locuzione 'mi sta antipatica, quindi la massacro'.

    Se mi concedi questa interpretazione allora ti sarà più facile chiudere un occhio sulla 'disattenzione' nei confronti di ciò che tu dici essere l'aspetto funzionale in se del brano...

    Spero di essermi spiegato bene.

    Grazie ancora per i tuoi due cents. Apprezzatissimi

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