lunedì 6 agosto 2012

Noemi - Sono solo parole

Saranno pure parole, ma quel che conta sono i fatti e la nostra inviata dalla trincea bada a quelli e solo a quelli. Sganassoni molto concreti nel menu di


Goood Morning San Remoooo - Puntata VIII

a cura di Lovely Rita


L’inutile canzonetta di cui vi propongo oggi l’ascolto e la disamina è una di quelle robette trallallà che già dall’esordio sul palco aristoniano olezzano di podio. A portarla alla ribalta è una delle tante sciagurate figlie dell’era del reality musicale poppettaro, tale Noemi Boh, nota ai più per l’inguardabile criniera di un ributtante colore tra l’arancione internazionale e il rosso scarlatto, che pettina con il generatore di Van de Graaff e abbina sovente ad altri colori abbaglianti che normalmente ci fanno a pugni, tipo il verde evidenziatore o il rosa fucsia, in un tripudio di colori da mal di mare psichedelico. Già, già, e se vi sembra incredibile che la prima cosa che viene in mente pensando a una cantante sia il colore dei suoi capelli beccatevi il sito, toh, che si chiama appunto “Rosso Noemi” (come l’album, hey! che consulente origginale!) e ha lo sfondo color rosso veneziano, su cui spicca l’immagine di lei con espressione bovina e capigliatura abbagliante, circondata da un ammasso di cianfrusaglie bronzate in stile un po’ vintagge tra le quali qua e là sono buttati a casaccio i titoli delle sue canzoni, e tutto il testo -yawn- buttato su sfondo che è un tripudio di arancioni: l’ambra, il buccia d’arancia, il mandarino, il ruggine, insomma, una pacchianata senza capo né coda che gigioneggia strizzando l’occhio aaa maggica mentre tenta di bruciare la retina al malcapitato lettore. Che cosa apprendiamo da cotale sito? Mah, che ha fatto il DAMS, che ha attraversato “un periodo di buio esistenziale e musicale” (ricordatevi, pertanto, di localizzare sempre: i servizi, le uscite di emergenza e gli interruttori), che ha cantato con Irene Grandi, Dolcenera e Syria (e sticazzi no?), e poi niente, i mille tour, le mille cose fighissime che ha fatto, i -yaaaawn- dischi d’oro d’argento e di bronzo, la canzone “Odio tutti i cantanti” (ce n’eravamo accorti pure senza che lo precisassi, grazie) e bla e bla e bla, insomma, sembrerebbe quasi che adesso fare le colonne sonore per le commediacce copiaeincolla all’italiana e farsi scrivere le canzoni dal fiascone nazionale sia diventato un passepartout per l’accesso al luminoso empireo di plastica del poppume mordi-e-fuggi.
Nel 2012 il palco della riviera dei fiori, tra le altre schiappe di cui in parte abbiamo già parlato si pregia di ospitare questa squinternata rossocrinuta, che presenta un’improbabile litania cuore-amore che ben si allinea al filone prediletto della nostra chioma di semaforo, quello sentimental-introspettivo in cui lei, poverina, si trova sempre a fare i conti con dei bbburinazzi senz’anima né sentimenti con i quali non riesce a disquisire dei massimi sistemi (amore, che sfumatura di rosso mi spiaccico in testa oggi, il carminio o il cremisi?), eccheduepalle, e così suo malgrado è sempre costretta a spararsi la riflessione ontologica sul suo essere donna ed emancipata in questo mondo di protomaschi tutti palestra e cellulare, lei, la bandiera rossa della razionalità e della ricerca della felicità (yaaaaaaawn).



Il pezzo si chiama “Sono solo parole”, e secondo la nostra beniamina è “un testo sull'incomunicabilità, sull'importanza dei gesti al di là delle parole, sul fatto di riuscire a risolvere i problemi e ad andare sempre avanti nella vita”. Una canzone che parla di niente incentrata sul tema dell’incomunicabilità… ti piace vincere facile eh? Bah vabbè, questa roba è stata scritta da tal Fabrizio Moro, un ragazzotto de periferia aduso a vergare canzoni tumtumchà di denuncia facilona del sistema brutteccattivo e condanna prêt à porter del crimine organizzato, in pratica il solito inutile autodidatta belloccio wannabe Bob Dylan, che in questo caso si è prodotto in una ninnananna imbarazzante che a tratti fa il verso al fiascone; già, perché la banda è sempre la stessa, e ostenta a guisa di medaglia il marchio di fabbrica inconfondibile della fiascheria classica. A riprova di ciò si pensi che nella serata dei duetti la testarossa dell’Ariston ha duettato con una nostra vecchia conoscenza, Gaetano Curreri detto “er sopracciglia”.



Orsù dunque, procediamo!

Avere l'impressione di restare sempre al punto di partenza

Si chiama “culo pesante”. Se non lo muovi, ahimè, rimani al punto di partenza (e non è un’impressione, è lì che ti raccoglieranno i posteri). Comunque i verbi sono stati creati per essere coniugati, conosci?

E chiudere la porta per lasciare il mondo fuori dalla stanza

Bah io la porta la chiudo quando vado in bagno e/o per evitare che faccia corrente… Cara Noemi, so che sto per darti un dispiacere ma mi è d’uopo informarti che perché il mondo resti fuori dalla stanza dovresti agganciare la stanza a una sonda spaziale che la trascini con sé nell’iperuranio, dove comunque, fermo restando che nella stanza ci sei rimasta, dubito che tu riusciresti a respirare.

Considerare che sei la ragione per cui io vivo

Ecco, appunto: la ragione per cui tu vivi è che respiri.

Questo è o non è amore

È una domanda? In tal caso la risposta è: no, non è amore. È strazio.

Cercare un equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo

Battiato lo chiamerebbe “centro di gravità permanente”. Ma è pur vero che Battiato è Battiato, mica Noemi comesichiama, e tra le altre cose Battiato i verbi li coniuga, non li lascia lì all’infinito-sòffigononmiserveconiugare-style. Quindi, cara banda sgangherata di musicisti dalla sera alla mattina, il responso è che questo verso fa irrimediabilmente cagare.

E fingersi felici di una vita che non è come vogliamo

Vi dirò un’altra sconcertante verità: quasi nessuno ha la vita che vuole, anche se voi, cresciuti a pane e C’è posta per te, probabilmente non ci credete, non lo sapete. Quasi nessuno ha la vita che vuole, e non è che tutti ci sentiamo obbligati ad andare in giro cantando e fingendo di essere delle pasque. No. In giro c’è anzi un sacco di gente incazzata nera, che non è felice per niente, e non perché non è riuscita a chiudere la porta fuori dalla stanza con il mondo al punto di partenza. Quindi, fateci la cortesia: vestite anche voi un muso lungo da cristi normali e smettetela di menarcela con queste (posso dire?) puttanate.

(puoi puoi, altrochè. ndr)

E poi lasciare che la nostalgia passi da sola

Certo, basta aspettare l’inizio della nuova stagione di XFactor, checcevò?

E prenderti le mani e dirti ancora
Sono solo parole
Sono solo parole
Sono solo parole le nostre
Sono solo parole

Ecco, lodevole l’ammissione di colpa dell’autore, in un fugace attimo di onestà confessa che quello che scrive non è altro che un groviglio confuso di parole vuote, paroleparoleparole e i contenuti? Missing.



Sperare che domani arrivi in fretta e che svanisca ogni pensiero

Io mi ero convinta che ogni pensiero fosse svanito assieme alle battute di apertura della canzone, ma si vede mi sbagliavo…

Lasciare che lo scorrere del tempo renda tutto un po' più chiaro

In questo caso lo scorrere del tempo, battuta dopo battuta, rende solo più chiaro che stai cantando una cantilena tediosissima e inascoltabile buona solo per riempire per una buona decina di minuti (tra presentazioni, sorrisi, mazzi di fiori e triccheballacche) il palco dell’Ariston. La prossima volta, guarda, non darti pena e sta’ pure a casa a farti la tinta, ché tanto il belloccio sòccontrolamafia e il monosopracciliato Curreri s’aggiustano.

Perché la nostra vita in fondo non è nient’altro che
Un attimo eterno un attimo tra me e te

Ecco, ho l’impressione che tutto il testo, tutto l’impegno e lo sforzo lirico e narrativo dell’autore ruotino attorno a questo miserrimo e mediocre ossimoro dell’attimo eterno, che bravo che sei, che brava Noemi che ci metti il pathos e la convinzione, che canti con pomposo dispiegamento di ugola questa cagata spaventosa e cerchi di convincerci che sì, c’è davvero gente che si arrovella su fiumi di boh come fate tu e il tuo amichetto tamarrozzo.

Sono solo parole
Sono solo parole
Le nostre
Sono solo parole
Sono solo parole parole, parole, parole

Come sopra, ammissione di colpevolezza cantata questa volta con le vocali lunghissime e strascicate che evocano il fiascone



E ora penso che il tempo che ho passato con te
Ha cambiato per sempre ogni parte di me

Lasciami indovinare: chirurgo estetico!

Tu sei stanco di tutto e io non so cosa dire

Noemi, ascoltami: non dire altro, a posto così. Lui non è stanco di tutto: è stanco di te che continui a martellarlo con questo cofano di minchiate.

Non troviamo il motivo neanche per litigare

Noemi, tu di recente hai già litigato col parrucchiere, con la buona musica e con il buon gusto nel vestire. Non ti pare abbastanza?

Siamo troppo distanti distanti tra noi
Ma le sento un po’ mie le paure che hai

Se siete distanti posso ragionevolmente supporre che l’unica cosa che faccia davvero paura a lui è un eventuale riavvicinamento. E dunque?

Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente

Ecco, anch’io a questo punto, dopo essermi sbobinata l’intera canzonetta, vorrei che qualcuno mi stringesse e mi dicesse che non è niente, e invece non succederà, non subito, perché, cari i miei lettori, devo compiere la mia missione fino in fondo, e accompagnarvi per mano (affinché non scappiate) alla visione del video.

Posso solo ripeterti ancora
Sono solo parole
Sono solo parole
Le nostre
Sono solo parole
Le nostre
Sono solo parole
Sono solo parole parole parole parole
Sono solo parole

Come sopra.

Godetevi il video, ammasso inconcludente di immagini scoordinate: dalle inspiegabili fiorettiste che tuttavia certamente solleticheranno il vostro spirito olimpico alla camiciona quadrettata di Noemi che spenge ogni barlume di gusto estetico e certifica, una volta per tutte, la bbburinaggine del prodotto. 



Bonus: l’esibizione sanremese in duetto con Gaetano Curreri. Notevole il confronto tra le chiome, e il sobrio, minuscolo orecchino di Noemi: Clicchete qui


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